Doppio Quinto e prestito delega: chi può fare richiesta e come ottenerlo?

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Il doppio quinto, o prestito delega, è il finanziamento riservato a tutti i dipendenti che hanno bisogno di importanti somme di denaro. Scopriamo come richiederlo, chi può fare domanda, e quali sono le migliori opportunità sul mercato.

Oggigiorno, mentre i risparmiatori tentano di uscire a fatica dalla crisi che attanaglia micro e macroeconomia da circa 10 anni, è possibile contare su una vasta gamma di servizi finanziari che permettono al contribuente di disporre in tempi relativamente brevi di una certa somma di denaro da poter utilizzare più o meno liberamente.

Su Concorrenza&Diritti abbiamo già trattato in profondità alcune di queste forme di finanziamento. Per citarne alcune, diremo allora che il singolo individuo, dipendentemente dalla sua occupazione e dal suo storico creditizio, potrà richiedere un prestito fra privati, un prestito per lavoratori atipici, un prestito cambializzato, un prestito per cattivi pagatori o protestati, un prestito senza busta paga, un prestito appositamente pensato per dipendenti (statali o privati, generalmente nella forma della cessione del quinto) o per i pensionati, piccoli prestiti e infine prestiti veloci.

Fra la vasta gamma di offerta disponibile, alcuni dei prodotti che abbiamo elencato permettono di poter aggiungere al prestito già in corso un’ulteriore finanziamento. Si tratta nella fattispecie dei casi di prestiti a dipendenti statali e privati e di quelli per i cattivi pagatori e protestati (quando questi hanno un contratto di lavoro). In alcuni casi, anche i pensionati possono ricorrervi.

Nelle prossime righe vedremo pertanto cos’è il doppio quinto, chi può richiederlo e come fare per ottenerlo.

Cos’è il doppio quinto

Il doppio quinto (o “doppia cessione del quinto”) è una forma di finanziamento non finalizzato; ciò significa che non va specificato per quali ragioni si richiede il denaro e per quali scopi andrà speso. Si instaura fra tre figure:

  • il lavoratore, che ottiene il prestito;
  • l’ente o l’impresa per cui lavora, che si preoccuperà di detratte il quinto della busta paga o della pensione e di versarlo mensilmente nelle casse dell’istituto di credito;
  • la banca o la finanziaria che gestirà praticamente i momenti di erogazione credito e gestione dell’ammortamento.

La sua natura si qualifica già nel nome del prodotto. Se grazie alla cessione del quinto un lavoratore può ottenere una somma di denaro cedendo fino ad un massimo del quinto del proprio stipendio, col doppio quinto questa cifra raddoppia. Si passa insomma dal 20 al 40%. Pertanto, se il dipendente guadagnerà 2.000€ al mese, grazie al doppio quinto potrà ottenere un prestito tale da poter essere estinto pagando una rata mensile non superiore ai 800€ che corrispondono, per l’appunto, ai 2/5 di 2.000.

Le ragioni per ricorrere al doppio quinto (e quindi le casistiche in cui rientrare per ottenerlo) possono essere di varia natura, ma generalmente si restringono a quei casi in cui il contribuente abbia un pignoramento in corso o la necessità di attingere ad una liquidità superiore a quella che potrebbe ottenere con un piccolo prestito o un prestito veloce.

Ottenere un doppio quinto è possibile ma non facilissimo: già nel momento in cui viene concessa la cessione del quinto il datore di lavoro e la finanziaria “rischiano” che questa non venga ammortata per intero (sebbene esistano degli strumenti di tutela a riguardo, che vedremo in seguito), quindi le misure di sicurezza che devono essere rispettate prima di concedere il doppio quinto sono naturalmente ben più restrittive di quelle della cessione standard.

Innanzitutto, com’e prevedibile, ci si dovrà assicurare che il debitore sia in grado di restituire l’intera somma richiesta entro i termini pattuiti: da qui la bassissima probabilità di ottenimento del finanziamento per chi ha un reddito basso, una situazione lavorativa traballante o è particolarmente avanti con l’età. In altre parole, un contratto a tempo indeterminato è la leva migliore – sebbene non l’unica – per sperare di ottenere il doppio quinto.

Chi può richiedere il doppio quinto o al prestito delega?

Come abbiamo detto sopra, chi ha un contratto a tempo indeterminato avrà anche buone probabilità di ottenere il doppio quinto. A questa categoria (in linea di massima ascrivibile a quella dei dipendenti statali) va aggiunta quella particolare dei lavoratori o pensionati INPS ed ex-INPDAP, figure considerate “forti” dal punto di vista economico che quindi possono fornire maggiori garanzie di restituzione.

Soprattutto nel caso dei pensionati, la garanzia è doppia: l’Ente che eroga la pensione (l’INPS) è lo stesso con cui si stipula il prestito, pertanto sarà l’Ente stesso a far sì che non si crei un disavanzo pericoloso fra quanto erogato e quanto prestato.

Anche cattivi pagatori e protestati possono accedere al doppio quinto. Una volta ottenuta la prima cessione, e anche nel caso in cui si abbia un contratto di lavoro a tempo determinato, se si rispettano determinati criteri di garanzia sia dipendenti statali che privati possono ricorrere al prestito delega. È questa una forma di finanziamento che dal doppio quinto differisce praticamente solo nel nome, e nella peculiarità di essere pensata prevalentemente per chi ha un contratto a tempo determinato.

Requisiti preferenziali e garanzie per ottenere il doppio quinto

Requisiti

Fin ora abbiamo visto che le strade per ottenere il doppio quinto sono più di una, così come i “paletti” che banche, finanziarie, enti e imprese mettono quali condizioni sine qua non per ottenere sia la prima cessione del quinto, sia la doppia.

In sommi capi, tuttavia, potremmo fare una generalizzazione andando a vedere quali sono i requisiti medi più comuni da dover rispettare per ottenere il doppio quinto:

  1. Avere un contratto di lavoro “forte”, preferibilmente ma non necessariamente a tempo indeterminato;
  2. Essere pensionati INPS o ex-INPDAP;
  3. Non superare gli 85 anni di età.

Può accadere che come ulteriore requisito, o meglio come garanzia, il richiedente dovrà mostrare di possedere beni immobili o finanziari tali da poter coprire, in caso di inadempienza, la somma da restituire. L’ipoteca nella maggior parte dei casi non è contemplata nella concessione di un doppio quinto, ma può capitare che lo sia. Pertanto sarà saggio informarsi adeguatamente presso datore di lavoro e istituto di credito prima di sottoscrivere il finanziamento.

Garanzie: le polizze

Non potendo contare sull’ipoteca o sul pignoramento, quindi, al sottoscrivente verrà chiesto di firmare una polizza sulla vita. Perché se da un lato l’accordo della doppia cessione del quinto avviene solo quando sia il datore di lavoro che la banca sono sicuri che il richiedente sarà in grado di onorare il debito (in quanto molto difficilmente perderà il suo posto di lavoro), dall’altro esistono dei fattori imprevedibili che comunque vanno presi in considerazione. Uno di questi è la morte del debitore.

Proprio grazie alla stipula della polizza, in caso di morte del debitore chi ha prestato il denaro potrà rifarsi incassando la franchigia assicurativa, mentre il datore di lavoro non avrà più l’obbligo di versare all’istituto di credito la quota mensile.

Infine, anche se non conviene a nessuna delle tre parti che il debitore perda il lavoro, può capitare che questi rimanga temporaneamente o definitivamente disoccupato. Per questo, anche per sua tutela, è saggio (quando non obbligatorio) sottoscrivere un’ulteriore polizza, quella di rischio impiego, che tutela tutte le parti. Il debitore infatti non dovrà pagare quanto dovuto durante tutto il periodo di inattività, ma dal momento in cui tornerà a lavorare la cessione verrà automaticamente trasferita alla nuova busta paga, sulla quale verranno addebitati – con modi e tempi da concordare – anche i mancati pagamenti maturati durante il periodo di inattività.

Quanto dura il doppio quinto e quali documenti presentare per ottenerlo

Come la maggior parte dei prestiti finalizzati, anche il doppio quinto può essere ammortato in una durata variabile dai 2 ai 10 anni, con rarissime eccezioni di termini a 18 e più di 120 mesi.

La documentazione da presentare è generalmente molto scarna, anche perché chi chiede il doppio quinto ha già dovuto comunicare alcuni tipi di dati sia al datore di lavoro sia all’istituto di credito. Con buona probabilità, quindi, servirà munirsi solo di copia dell’ultima busta paga o dell’ultimo cedolino pensionistico, copia del contratto di lavoro, copia di documenti di riconoscimento validi (carta di identità e codice fiscale).