Prestiti a pensionati

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Spesso la pensione non basta a far fronte a tutte le esigenze quotidiane: come fare? La soluzione viene offerta dalla cessione del quinto: vediamo subito quali sono i migliori prestiti a pensionati e come fare richiesta.

Prestiti a pensionati
Prestiti a pensionati

Sebbene ne esistano diverse forme, generalmente i prestiti a pensionati possono essere ascritti a tre macrotipologie, ovvero:

  • cessione del quinto della pensione;
  • prestito personale;
  • prestiti INPS e ex-INPDAP.

Ognuna di queste soluzioni gode di caratteristiche del tutto peculiari; sebbene alcune sembrano coincidere su parecchi punti, esistono fra i vari pacchetti delle divergenze non di poco conto che potrebbero spingere il consumatore a preferire un prodotto a dispetto degli altri. Nelle prossime righe, esamineremo pertanto queste tre modalità di finanziamento nel dettaglio. In questo modo il pensionato che ha bisogno di un prestito può farsi un’idea generale delle possibilità di cui dispone.

Cessione del quinto della pensione

Abbiamo già incontratola cessione del quinto per i dipendenti privati, ma è una formula proposta anche ai pensionati.

Stipulata con una banca o con una finanziaria, questa prevede l’erogazione di un prestito da restituire mediante – per l’appunto – cessione di un quinto della propria pensione. Il denaro viene automaticamente detratto su base mensile dal valore totale della pensione. In altre parole, se la tua pensione è pari a 1.000€, potrai concordare una cessione del quinto la cui rata non superi i 20% di tale somma, ovvero 200€ mensili.

Al pari di un dipendente statale, un pensionato non dovrebbe avere problemi ad ottenere la cessione.

Il reddito mensile gli viene infatti erogato direttamente dallo Stato, che da banche e finanziarie viene considerato un Ente di garanzia “forte”; difficilmente infatti il dipendente a tempo indeterminato perderà il suo posto di lavoro, ed è pressoché impossibile che al pensionato venga revocata la pensione.

Dove richiederla, caratteristiche e vantaggi

La richiesta di cessione va quindi effettuata nella filiale di una banca o di altro istituto di credito. Sarà comunque l’INPS ad effettuare il prelievo mensile, che verrà girato direttamente sul conto del creditore. Da un certo punto di vista, il prestito a pensionati tramite cessione del quinto – per quanto coatto – costituisce un notevole vantaggio; il pensionato non dovrà preoccuparsi di recarsi periodicamente in banca o di compilare bollettini, riducendo così il rischio di risultare un cattivo pagatore.

Caratteristica peculiare della cessione del quinto è la sua durata. Indipendentemente dalla categoria che la richiede, questa non può superare i dieci anni (120 mesi). Differentemente da altre categorie, i pensionati hanno l’obbligo di stipulare un’assicurazione sulla vita sulla quale l’istituto di credito potrà rifarsi in caso di decesso o sopravvenuta infermità del debitore.

Considerata la posizione economica vantaggiosa del pensionato, non è impossibile che la cessione venga concessa anche in casi particolari come quello in cui si è iscritti al database della CRIF in quanto cattivi pagatori o al Registro Informatico dei Protestati. Gli istituti di credito avranno comunque la garanzia di riottenere il denaro prestato; come detto prima, infatti, non sarà compito diretto del pensionato farsi carico dell’ammortamento. Per le stesse ragioni, se la pensione è di una certa entità, la cessione può essere ottenuta anche se si hanno altri finanziamenti, prestiti e mutui in corso.

Cessione del quinto a pensionati: a chi è rivolta

La maggior parte dei pensionati può richiedere la cessione del quinto, sebbene ci siano alcune categorie a cui questa è preclusa.

Citiamo, fra le categorie che non possono richiederla gli invalidi civili, gli assegnatari di pensioni sociali e di inabilità, nonché chi dispone di solo assegno familiare o di sostegno. Nel gruppo degli esclusi vanno infine inseriti coloro che hanno una pensione cointestata e che fanno richiesta per la somma assegnata all’altra parte; si aggiungono anche i soggetti identificabili nei commi 1-7 dell’articolo 4 della legge 92 del 28 giugno 2012 in materia di riforme per il mercato del lavoro.

Considerato che il pensionato potrebbe effettuare richiesta anche in età molto avanzata bisognerà poi assicurarsi che questa non ecceda quella massima prevista dall’istituto di credito. Non esistono limiti di età prestabiliti e, ove presenti, variano da istituto a istituto. Abbiamo calcolato un valore medio fra i 75 e gli 80 anni compiuti al momento della conclusione dell’ammortamento.

Modulistica da presentare

La modulistica per effettuare la richiesta è abbastanza snella. Oltre ai normali documenti di riconoscimento come carta di identità e codice fiscale, all’ente erogante occorre presentare copia dell’ultimo cedolino di pensione. A seconda dei casi, l’istituto potrebbe richiedere l’ultimo modello CUD, il certificato di pensione e per gli ex dipendenti statali e pubblici il modello OBIS/M.

In linea di massima, il consiglio generale per fugare ogni dubbio è quello di recarsi fisicamente nella filiale prescelta e richiedere un prospetto indicante tutto il carteggio da presentare.

Prima di richiedere la cessione: comunicazione di cedibilità e calcolo della rata

Prima ancora di avviare le pratiche della cessione presso l’istituto di credito prescelto, il pensionato dovrà recarsi presso una sede INPS ed ottenere la cosiddetta comunicazione di cedibilità della pensione. Questo documento è essenziale, poiché certifica il valore massimo che sarà possibile prelevare una volta ottenuto il prestito. In altre parole, definisce l’ammontare della rata.

Tale certificazione è necessaria in virtù dell’esistenza di una soglia minima di vivibilità. Si tratta di un valore, annualmente stabilito, al di sotto del quale la pensione non può scendere. Pertanto, se decurtando un quinto del valore totale della pensione questa risultasse sotto la soglia minima, la cessione non potrebbe avvenire.

Nel 2020, ad esempio, la pensione minima è pari a 515,07€. Ciò significa che per ottenere la cessione il pensionato dovrà percepire una pensione che, decurtata del quinto (ossia del 20%), non sia inferiore alla soglia minima di vivibilità.

Se invece ciò dovesse accadere, la richiesta di cessione del quinto potrebbe non essere accettata. Esistono comunque degli escamotage. Uno di questi potrebbe essere quello di ridurre l’importo della rata mensile allungato così i tempi di ammortamento ma garantendo al pensionato di poter contare sempre sulla pensione minima. In queste circostanze, tuttavia, molto dipende dall’età del richiedente, nonché dalle politiche interne dell’istituto erogante.

Prestiti personali a pensionati

Una seconda formula di accesso al credito per i pensionati è quella del prestito personale.

Questa formula di finanziamento è di tipo non finalizzato, quindi per ottenerla non è necessario spiegare le ragioni per cui la si richiede. A differenza della cessione del quinto, il rimborso non avviene tramite il prelevamento del 20% della pensione, ma sarà cura del pensionato rimborsare la banca a cadenza mensile, tramite la compilazione di bollettini o previa versamento automatico da conto corrente, e l’ammontare della rata non dovrà necessariamente essere inferiore al quinto della pensione.

Peculiarità dei prestiti personali erogati ai pensionati è quella di chiedere ai contraenti la stipula di una polizza sulla vita, nel caso in cui il debitore dovesse venire a mancare prima dell’estinzione del debito.

Può accedere al prestito personale chiunque sia titolare di pensione di reversibilità o di lavoro ad eccezione di chi percepisca una pensione minima o di invalidità civile.

Limiti di età per prestiti a pensionati

Come per la cessione del quinto, non esistono limiti di età predefiniti oltre i quali non si eroghino prestiti a pensionati. Abbiamo tuttavia notato che di solito il pensionato al momento della stipula non supera il settantacinquesimo anno di età, e che l’ammortamento si completa entro l’ottantesimo. Agli over 75 conviene pertanto guardare ad altre forme di finanziamento, come quelle previste da INPS e ex-INPDAP; in alcuni casi questi prestiti possono essere concesse anche se si superano gli 80 anni di età.

Modulistica da presentare per prestiti a pensionati

Con i prestiti, il cartaceo da procurarsi per inoltrare la richiesta è molto più snello rispetto a quello della cessione. Saranno sufficienti, infatti, copie dei documenti di identità e cedolino della pensione. Dovendone stipulare una, ti verrà chiesta anche copia di assicurazione sulla vita, sebbene alcune finanziarie sono solite farsi carico di tutta le procedure necessarie in materia.

In altre parole, per andare sul sicuro banche e finanziarie preferiscono aiutarti a stipulare l’assicurazione proponendotene direttamente una presente fra la loro offerta, così da esser sicuri che sia compatibile con il tipo di prestito che stai richiedendo.

Il prestito Findomestic

La Cessione del Quinto della Pensione BNL Finance ha TAN 7,41% ed è un prestito compatibile con altre forme di finanziamento già in essere.

Per Findomestic il pensionato può accedere al prestito personale non finalizzato se è residente in Italia e non ha superato i 75 anni di età. Dovrà dimostrare di avere un reddito tale da garantire la restituzione del credito pertanto. Infatti, congiuntamente alla modulistica discussa sopra, si dovrà presentare gli ultimi cedolini della pensione e il modello OBIS/M rilasciato da INPS.

Il prestito può avere durata dai 24 ai 120 mesi, e gode di tassi fissi e personalizzati in base al profilo cliente. Ad esempio, per un pensionato di 69 anni che richieda 16.798,3€, il TAN sarà del 7,41%, e il TAEG al 7,84%.

Prestiti a pensionati INPS e ex-INPDAP

Un’ultima possibilità di accedere ai prestiti a pensionati è stipulare una cessione del quinto con enti previdenziali come INPS.

Le modalità di ammortamento sono identiche a quelle della cessione “standard”, e avvengono cioè tramite prelievo su base mensile di un ammontare non superiore al quinto della pensione.

Possono accedere a questa forma di finanziamento tutti i pensionanti che hanno svolto attività lavorativa presso aziende private o pubbliche. Passo fondamentale è, per tutti, richiedere e ottenere dall’INPS il modulo di comunicazione di cedibilità della pensione. Da qui sarà possibile evincere l’importo massimo della rata, con conseguenti ricadute sui tassi di interesse applicabili e sulle tempistiche dell’ammortamento.

Si tratta di una soluzione da molti considerata sicura; sia l’ente erogante della pensione sia quello che si occupa di emettere il prestito sono gli stessi. Non a caso, anche questo tipo di finanziamento è di tipo non finalizzato; all’INPS non serve sapere perché il pensionato ha bisogno di soldi, poiché la trattenuta è automatica e autonomamente gestita.

Per questa stessa ragione, i prestiti a pensionati INPS vengono spesso erogati anche a cattivi pagatori e protestati.

Può essere utile sapere che l’INPS non eroga credito “di tasca propria”. Il contratto coinvolge infatti  il pensionato e un istituto di credito convenzionato, con l’INPS. Il ruolo dell’ente previdenziale è quello di fare da tramite e garante affinché sussistano le condizioni di un felice esito del rapporto debitorio.

Una volta verificata l’effettiva fattibilità della cosa, sarà compito dell’INPS assicurarsi che l’Ente a cui il pensionato si rivolge rispetti tutte le condizioni di tutela dello stesso. Per fare qualche esempio, l’applicazione di un tasso che non superi le soglie anti-usura, l’indicazione chiara e precisa di tutte le spese accessorie alla procedura, l’effettivo possesso dei requisiti economici a concedere la somma richiesta.

Quali tipi di prestiti a pensionati si possono ottenere?

La posizione del pensionato è, sia per l’Ente previdenziale che per quello creditizio, una posizione di garanzia intermedia. Da un lato è pressoché impossibile che al creditore venga a mancare il supporto economico per estinguere il debito; dall’altro lato l’età generalmente avanzata del pensionato medio costituisce un ostacolo alla concessione di finanziamenti a lunga durata.

Prima di tutto, va specificato che anche ogni prestito mediato dall’INPS deve essere assicurato. I costi di assicurazione sono a carico del pensionato, e variano a seconda del tipo di prodotto per cui si fa richiesta e dell’assicurazione che si stipula.

Per le stesse ragioni i prestiti a pensionati ottenibili grazie all’ “intercessione” dell’INPS sono generalmente di modesta natura (rientrano, cioè, nella categoria di piccoli prestiti), e difficilmente supereranno la soglia dei 4 anni di ammortamento. In casi del tutto eccezionali può sperare di ottenere un finanziamento pluriennale che avrà una durata non superiore a 120 mesi. Di norma possono beneficiare di questa forma di prestito i pensionati relativamente giovani e che godono di una buona situazione finanziaria.