Prestiti a dipendenti privati

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Nel panorama dei finanziamenti attualmente disponibili, quelli ai dipendenti privati presentano molteplici soluzioni in relazione al profilo del cliente. In questa guida affronteremo tutto quello che c'è da sapere sui prestiti ai dipendenti privati.

Prestiti a dipendenti privati
Prestiti a dipendenti privati

In materia di finanziamenti, quella dei dipendenti privati è una posizione del tutto particolare. Agli occhi di banche e finanziarie, infatti, il dipendente privato può offrire sicuramente buone garanzie; dall’altro lato, egli è però passibile di licenziamento o messa a riposo. Per queste ragioni, vediamo subito quali sono le possibilità di prestiti a dipendenti privati e come fare per ottenerli.

Prestiti a dipendenti privati: chi può richiederli

Sotto il cappello di “dipendente privato” si articolano una serie di figure anche abbastanza differenti fra loro. Uno dei parametri presi in considerazione dalle banche è prima di tutto la tipologia del contratto. Rientrano nell’insieme sicuramente i lavoratori a tempo indeterminato (ammesso che ne esistano ancora), i lavoratori a tempo determinato e quelli con contratti formativi o di apprendistato.

L’importante è che nel contratto sia specificata la dicitura “lavoratore dipendente”, condizione imprescindibile per avere una busta paga da poter presentare in caso di richiesta prestito. A seconda del tipo di busta paga sono necessarie garanzie differenti, e di conseguenza i contratti sono altrettanto diversi.

Per il lavoratore a tempo determinato si propongono il più delle volte finanziamenti che gli consentono di estinguere il debito entro il termine della durata contrattuale. Invece quello a tempo indeterminato dovrà fornire dimostrazione di essere stato assunto da un periodo congruo all’aver raggiunto una posizione che gli garantisca stabilità economica, generalmente non inferiore ai 3-6 mesi.

L’importanza di avere un buon contratto

La caratteristica fondamentale del contratto di un privato è la sua peculiarità. Se il numero di diversi contratti statali può essere ristretto a poche decine, le tipologie di contratti per chi lavora nel privato sono in maggiori per numero e diversità. Pertanto, nel momento in cui una banca riceve una richiesta di finanziamento dal dipendente privato, il primo step sarà quello di vagliarne attentamente la posizione lavorativa.

Se il tipo di contratto risulterà abbastanza soddisfacente in termini di garanzie, il prestito potrà essere emesso.

Come richiedere un prestito se si è dipendenti privati

I prestiti a dipendenti privati non differiscono di molto, nelle modalità di presentazione della domanda, da altri tipi di finanziamento. Saranno chiaramente fondamentali copia dei documenti di riconoscimento, ovvero codice fiscale e carta di identità. A questi andrà aggiunta copia della busta paga e, nella maggior parte dei casi, garanzie accessorie quali l’estratto conto dei mesi precedenti e Certificato Unico Dipendente, altrimenti noto come CUD.

Possono verificarsi poi condizioni del tutto particolari in cui oltre alla documentazione “base” l’istituto finanziario può richiedere ulteriori prove di garanzia. Può essere questo il caso dei prestiti cambializzati, per ottenere i quali è necessario presentare almeno tutto il carteggio relativo a beni ipotecabili in caso di insolvenza e, in casi estremi, la firma di un garante quale figura fideiussoria.

Le caratteristiche di un prestito riservato a dipendenti privati

Abbiamo già detto che esiste una vasta gamma di prestiti pensati per i dipendenti privati. E ad una grande varietà di prodotti corrisponde generalmente una eterogenea differenziazione di opzioni contrattuali, spesso anche molto differenti fra loro.

Tuttavia, ci sono delle caratteristiche che generalmente valgono per tutti i prestiti a dipendenti privati, che rimangono immutate se non a fronte di variazioni minime. Una di queste è sicuramente l’obbligatorietà di presentare busta paga; mancando questa, viene a mancare la condizione stessa di dipendente privato. In molte circostanze, la busta paga può anche costituire l’unico elemento di garanzia. Specifichiamo che alcune compagnie possono pretendere la stipula di un’assicurazione sulla vita su cui rifarsi in caso di decesso o sopravvenuta infermità del debitore. Di recente, molti istituti hanno deciso di farsi carico del corso assicurativo, e quindi, come diciamo sempre, solo vagliando più proposte si potranno ottenere le migliori condizioni di prestito.

Questi tipi di prestito sono poi generalmente non finalizzati, il che significa che per essere ottenuti non va elicitata la ragione per la quale si fa domanda. L’importo è variabile, ed è connesso all’entità della busta paga, alla durata del prestito e all’età del richiedente. Per quanto concerne il piano di rientro, il debito può essere estinto in tempi e modi da concordare con l’istituto di credito, ma difficilmente supererà i 10 anni.

Nel caso in cui il debitore abbia disponibilità economica, può decidere di estinguere il debito in un’unica soluzione; d’altro canto se ha bisogno di maggiore liquidità potrebbe sperare di ottenere un doppio prestito, specialmente se richiesto nell’ottica della Cessione del Quinto.

Prestiti a dipendenti privati cattivi pagatori e protestati: la Cessione del Quinto dello stipendio.

Può capitare anche a chi ha un lavoro stabile di non riuscire a pagare per tempo la rata di un finanziamento o di non onorare un debito. In casi come questo il soggetto viene iscritto d’ufficio nel database della CRIF se è cattivo pagatore, nel Registro Informatico dei Protestati in caso di protesto. Essere cattivi pagatori o protestati non preclude tuttavia la possibilità di ottenere un prestito.

La soluzione più comune in casi come questo è quella della Cessione del Quinto dello stipendio. Come da nome, il prestito si estingue “cedendo” all’istituto di credito un quinto della propria busta paga, valore che tra l’altro costituisce anche il massimale della rata da pagare. Specifichiamo che negli ultimi anni la cessione del quinto è opzione caldeggiata anche per chi ha una storia creditizia positiva; è infatti una soluzione comoda e flessibile, di cui vediamo subito qualche vantaggio.

Ad esempio, se guadagni 1.500€ al mese non potrai richiedere un prestito che preveda una rata superiore al suo quinto, ovvero il 20%, ovvero 300€.

Esistono molteplici forme di Cessione del Quinto, tanto che ogni finanziaria che si rispetti ne ha una da proporre ai propri clienti. Per questa ragione chi vi ricorre avrà buone probabilità di trovare il prodotto più adatto alle sue esigenze; ad esempio a lunga scadenza con un tasso relativamente basso o a breve scadenza pagando maggiori interessi.

Il ruolo del datore di lavoro

La popolarità di questo prodotto sta, come prevedibile, nel guadagno sicuro di cui godono gli istituti di credito. Anche se è lo stipendio del dipendente ad essere decurtato, l’onoratore materiale dell’ammortamento non sarà il lavoratore ma il suo datore di lavoro. Come si intuisce, il datore di lavoro non avrà quindi alcun interesse a risultare insolvente per colpa o dolo. Va poi specificato che, a parte casi di estrema e certa impossibilità di ottenere garanzie dall’operato del dipendente, il datore di lavoro non ha i mezzi legali per opporsi alla Cessione del Quinto.

Doppio Quinto

Vale la pena ricordare poi che esiste la possibilità di ottenere una seconda cessione da aggiungere a quella già in atto, entrando quindi nella posizione di debitore di “Doppio Quinto”. In questo caso la trattenuta dallo stipendio sarà pari al 40% della busta paga, ma per ciò che concerne la doppia cessione il datore di lavoro ha maggiore potere decisionale nello stabilire se il dipendente può ricorrervi o meno.

Richiedere un prestito a una banca

Il dipendente privato potrà rivolgersi alla banca nella quale ha già aperto un conto corrente. Non sono poche le circostanze in cui un istituto bancario proponga ai suoi clienti finanziamenti a tassi agevolati. Vige in questo caso anche il fattore “fiducia reciproca”, sul quale sia la banca che il cliente possono fare affidamento quale ulteriore garanzia.

Se il cliente dispone della documentazione discussa sopra, il prestito dovrebbe essere erogato senza troppi problemi. Notiamo tuttavia che le banche sono più inclini ad accettare richieste di piccole entità quando queste vengono effettuate da dipendenti non statali.

A tal proposito, tanto maggiore sarà la durata del contratto lavorativo e l’importo della busta paga, tanto maggiori saranno le probabilità di ottenere un prestito di un importo consistente e a lunga scadenza.

Il vantaggio dei prestiti bancari sta nei tassi di interesse, generalmente inferiori a quelli proposti dalle finanziarie, sebbene il rovescio della medaglia preveda tempi di ammortamento difficilmente superiori ai 60/72 mesi.

Richiedere un prestito a una finanziaria

Discorso lievemente diverso è quello del caso in cui un dipendente privato decida di chiedere un prestito ad una finanziaria. La differenza maggiore con l’atteggiamento degli istituti bancari sta nei controlli a monte dell’erogazione del denaro.

Le finanziarie seguono procedure molto più rigide nell’analizzare lo storico creditizio del soggetto; per questo essere iscritti al database della CRIF o al Registro Informatico dei protestati potrebbe costituire uno svantaggio non indifferente. O meglio, un quasi sicuro rifiuto alla richiesta.

Una volta superati felicemente i controlli, tuttavia, ottenere un prestito da una finanziaria può presentare numerosi punti positivi. Citiamo, fra gli altri:

  • l’erogazione quasi immediata del finanziamento;
  • la possibilità di chiedere cifre anche abbastanza consistenti;
  • la possibilità di estinguere il debito in tempi più dilatati di quelli previsti dagli istituti bancari.

Prestiti a dipendenti privati con finanziarie interne

Una possibile soluzione di scelta alternativa garantita ai soli dipendenti privati è quella di ottenere prestiti agevolati grazie alla stipula di convenzioni fra l’azienda in cui lavorano ed alcuni istituti finanziari.

Va tuttavia precisato che non tutte le aziende stipulano questo tipo di convenzioni, e che anzi queste sembrano riservate principalmente alle imprese di medie e grandi dimensioni.

Generalmente i prestiti che vengono erogati in quest’ottica sono di tipo finalizzato; pertanto il richiedente dovrà specificare quale è il progetto per il quale richiede il finanziamento. Sebbene anche questi differiscano da caso a caso e da azienda ad azienda, si possono anche in questa circostanza tracciare delle linee guida che sembrano valere per tutte le situazioni.

Innanzitutto citiamo il vantaggio di non dover presentare la firma di un garante anche se si è raggiunto il settantacinquesimo anni di età. I tassi saranno probabilmente più alti di quelli applicati da una normale banca; di contro, l’ammortamento delle rate può partire anche quattro mesi dopo la stipulazione del contratto ed essere estinto dopo un relativamente lungo periodo di tempo, ad esempio 6/8 anni.

Tutto dipende, anche in questo caso, dalla durata del contratto e dalla somma percepita in busta paga.

I migliori prestiti a dipendenti privati

Chiudiamo questo articolo con qualche consiglio relativo ai migliori prestiti per dipendenti privati attualmente in circolazione.

L’elenco non ha pretese di esaustività, ma costituisce almeno un punto dal quale partire per chi ha intenzione di richiedere un prestito e vuole farsi un’idea dei tipi di prodotti attualmente disponibili.

Findomestic

La Cessione del Quinto Findomestic è una di quelle definite “a zero spese”. Non sono previste infatti commissioni di gestione pratica, sull’imposta di bollo (neanche quella relativa alle comunicazioni periodiche) o all’istruttoria delle pratiche.

L’esempio portato dalla stessa finanziaria è quello di un finanziamento di 13.000€; il prestito è estinguibile in 120 rate mensili da 144€ l’una, con TAN fisso al 5,95% e TAEG fisso al 6,11%. Il totale da restituire dopo 10 anni sarà pari a 17.280€. Findomestic pone due requisiti; anzitutto il contratto a tempo determinato.

In seconda istanza l’azienda per la quale lavori deve avere almeno 16 dipendenti e rientrare in una di queste categorie: S.p.A., S.r.l., S.c.a.r.l., Enti, Fondazioni, Onlus Cooperative (minimo 200 dipendenti)

Compass

Anche Compass propone il suo pacchetto per la Cessione del Quinto senza la presenza del garante, e senza spese di intermediazione.

Il massimo richiedibile può arrivare fino a 75.000€, gli interessi sono fissi, e la durata del finanziamento può essere estesa fino a 120 mesi. Il prestito è richiedibile dai 18 ai 79 anni.

BNL

La finanziaria di BNL sembra essere una delle più promettenti presenti sul mercato. Lo stesso istituto ci fa un esempio di cessione del quinto per un dipendente pubblico di 35 anni:

  • Durata del prestito: 120 mesi
  • Rata: 250€ al mese
  • TAN: 5,19%
  • TAEG: 5,45%
  • Importo totale del credito: 23.225€
  • Importo totale dovuto dal consumatore: 30.000€
  • commissioni di intermediazione pari a € 140,2 non rimborsabili in caso di estinzione anticipata;
    • interessi pari a 6.634,8 €
    • spese di istruttoria e commissioni di incasso pari a zero;
    • imposta di bollo a carico di BNL Finance.

Unicredit e Fiditalia

Interessanti sono infine le formule previste da Unicredit e Fiditalia.

Nel caso di Unicredit si possono richiedere fino a 47.000€ a patto che l’età al momento della fine del rimborso non superi i 66 anni; inoltre, tutte le coperture assicurative sono a carico della banca.

L’istituto offre un tasso fisso all’8,80%, e durata del prestito fino a 120 mesi. Per quanto riguarda Fiditalia, invece, la soluzione che ci viene proposta è di 16.000€ estinguibili in 84 mesi con TAN all’8,48% e TAEG al 9,59%.

L’importo della rata mensile sarà pari a 259€ e alla fine del periodo di finanziamento l’importo totale dovuto ammonterà a 21.756€.

Naturalmente è solo un esempio; i tassi variano in relazione al profilo del cliente, e l’importo in relazione allo stipendio mensile netto e al TFR maturato.