Prestiti per lavoratori atipici

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Sono sempre di più in Italia i lavoratori precari che necessitano di accesso al credito. Ma come fare in assenza di un contratto a tempo indeterminato? Vediamo qui tutte le soluzioni di prestito per lavoratori atipici.

Prestiti per lavoratori atipici
Prestiti per lavoratori atipici

La situazione del mercato creditizio italiano continua a essere caratterizzata da alcuni problemi di non poco conto. La Grande Recessione del 2008 ha infatti spinto il settore ad adottare criteri più rigidi di fronte alla domanda di finanziamenti. Si è così arrivati a un vero e proprio credit crunch che ha investito anche l’economia reale. Una stretta resa necessaria anche dall’aumento esponenziale dei cosiddetti crediti deteriorati.

Per semplificare, si tratta di quei casi in cui i clienti non hanno rispettato i piani di rientro previsti dal contratto.

Questa situazione ha gravato soprattutto sulle categorie più deboli, ovvero quelle che non sono in grado di presentare garanzie adeguate a supporto della propria richiesta. Per fortuna esistono soluzioni di accesso al credito anche per costoro: scopriamo subito come ottenere prestiti per lavoratori atipici.

Chi sono i lavoratori atipici?

La rivoluzione in atto ormai dall’inizio del millennio nel mercato del lavoro ha praticamente segnato la scomparsa del posto fisso. A questa impegnativa conclusione sono giunti gli esperti analizzando in particolare il Jobs Act, ovvero la riforma del mercato del lavoro presentata dal governo guidato da Matteo Renzi e approvata dal Parlamento tra il 2014 e il 2015. Il decreto prevede, tra le altre iniziative, contratti a tutele crescenti e l’introduzione della possibilità di licenziamento per motivi economici. Questo assetto ha spinto il mercato del lavoro verso una nuova fase in cui la mobilità è diventata sempre più pronunciata.

Va però ricordata anche un’altra legge. Già la riforma Treu, approvata nel 1997, aveva provveduto ad intaccare la funzione del lavoro a tempo indeterminato, sino ad allora principale e quasi esclusivo rapporto di lavoro esistente in Italia. Da quel momento, è diventato sempre più popolare il termine di “lavoratore atipico”, destinato poi ad assumere una rilevanza ancora più estesa negli ultimi anni.

Con questo termine si intendono quindi tutti quei prestatori d’opera che non godono di un contratto di lavoro a tempo indeterminato e non rientrano nella sfera del lavoro autonomo. In particolare, della categoria fanno parte coloro che lavorano part-time, a tempo determinato o a chiamata (i cosiddetti job on call). Rientrano anche coloro che prestano collaborazioni di carattere occasionale o a progetto.

Prestiti per lavoratori atipici: come si rapporta il settore creditizio con i lavoratori occasionali?

Naturalmente, la nuova situazione ha comportato grandi problemi anche per il settore creditizio. Siamo in un momento così delicato, con ancora qualche strascico della crisi e i crediti deteriorati che continuano a pesare sull’economia globale. Diventa quindi molto complicato per gli istituti bancari rapportarsi serenamente a una platea particolare e numerosa come quella rappresentata dai lavoratori atipici.

Come è ormai noto, infatti, chi deve concedere credito preferisce farlo nei confronti di clienti in grado di tenere molto basso il rischio.  ovvero i lavoratori a tempo indeterminato. Ma proprio per il fatto che il posto fisso sia ormai destinato a diventare residuale, il mondo bancario è messo di fronte a un vero e proprio bivio. Continuando a perorare il principio di finanziare solo profili sicuri, verrebbe ad essere tagliata fuori una fetta di consumatori sempre più vasta; di conseguenza si limiterebbe quindi il numero di possibili utenti che una banca potrebbe ambire di accaparrarsi. Proprio per questo è stato quindi deciso di puntare su alcune forme di erogazione credito in grado di andare incontro ai lavoratori atipici. Si tratta, in sostanza, di trovare un equo compromesso fra il mantenimento dell’utenza e il contenimento dei rischi.

Prestiti per lavoratori atipici: il garante può essere la chiave

La formula messa in campo sempre più di frequente dagli istituti creditizi in casi di questo genere è il prestito con garante. In pratica, nel caso in cui il lavoratore atipico non sia in grado di produrre garanzie d’appoggio sufficienti, questo può avvalersi dell’intervento di un terzo soggetto. Nella maggior parte dei casi costui è un familiare, pronto a garantire con il suo patrimonio nel caso di mancato rispetto del piano di rientro del debitore.

Naturalmente, il garante deve a sua volta riuscire a dare le necessarie sicurezze sotto il profilo non solo patrimoniale, ma anche della sua storia personale nei rapporti con il mondo bancario. Il garante quindi non deve avere solo un posto di lavoro a tempo indeterminato o un patrimonio adeguato, ma deve anche essere in grado di dimostrare di non aver avuto problemi in relazione a precedenti finanziamenti ottenuti.

Se non c’è il garante: altre fonti di reddito

Altra possibilità per il lavoratore atipico di ottenere prestiti è quella di godere di fonti di reddito aggiuntive. Un esempio tipico in tal senso è quello relativo alla riscossione di un canone di affitto per un appartamento o un esercizio commerciale, oppure alla titolarità di una pensione d’invalidità. In questi casi, proprio la regolarità dell’entrata può spingere la banca a cui ci si rivolge ad accettare la richiesta, ritenendo evidentemente sufficiente la garanzia avanzata dal richiedente.

Anche in questo caso è necessario che chi avanza la richiesta non abbia precedenti negativi. In parole spicce, non si deve comparire in uno dei database riguardanti i cattivi pagatori, primo fra tutti quello della CRIF.

Nel caso in cui non sia possibile individuare un terzo disposto a fare da garante, niente paura. C’è la possibilità di ottenere prestiti per lavoratori atipici presentando come garanzie redditi alternativi a quelli del lavoro. È il caso di pensioni di invalidità o riscossione di affitti o ancora rendite, ad esempio, da terreni.

Prestiti cambializzati

Ultima possibilità è quella dei prestiti cambializzati. In questo caso, a fungere da garanzia sono i beni personali che vengono impegnati nel caso mancato pagamento. Le cambiali sono infatti atti esecutivi; di conseguenza, se si è insolventi la banca/finanziaria può pignorare i beni del cliente. Altro svantaggio è costituito dai tassi di interesse, spesso più alti rispetto ai prestiti personali.

D’altro canto si noti però che i prestiti cambializzati costituiscono una soluzione veloce. Inoltre, sono una buona soluzione nel caso in cui si richiedano somme modeste (massimo 5.000€, con rate mensili che vanno dalle 12 alle 120). Ulteriore punto a favore di questi finanziamenti è che le banche sono disposte a erogarli anche a chi è iscritto nel database della CRIF o nel Registro dei protesti.