Cattivi pagatori e i protestati: chi sono

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Chi sono i cattivi pagatori e i protestati? Come ci si diventa? Quali sono le differenze fra i due? Si tratta di situazioni immutabili o è possibile “azzerare” il tutto e tornare ad avere uno storico creditizio pulito? A queste e altre domande proveremo a rispondere nelle prossime righe, cercando anche di capire se cattivi pagatori […]

Chi sono i cattivi pagatori e i protestati? Come ci si diventa? Quali sono le differenze fra i due? Si tratta di situazioni immutabili o è possibile “azzerare” il tutto e tornare ad avere uno storico creditizio pulito? A queste e altre domande proveremo a rispondere nelle prossime righe, cercando anche di capire se cattivi pagatori e protestati hanno speranze di accedere al credito anche durante il periodo di iscrizione ai rispettivi registri di categoria.

Chi è il cattivo pagatore

Quando si ha al proprio attivo un prestito in essere, può capitare di trovarsi nella condizione di non riuscire a pagare per tempo una o più rate necessarie all’ammortamento del finanziamento. Se al momento della stesura del contratto non è messa per iscritto la possibilità di poter saltare o posticipare una o più rate, allora l’istituto erogante può avvalersi della facoltà di segnalare il debitore come “cattivo pagatore”.

Ma in cosa consiste, all’atto pratico, questa etichetta? Ha valore legale? Lo spieghiamo in dettaglio nelle righe che seguono.

Come dicevamo sopra, una banca o una finanziaria ha il diritto di segnalare come cattivo pagatore chiunque non adempia agli obblighi contrattuali di restituzione credito, che tradotto in parole semplici indica chi paga in ritardo o non paga per niente una o più rate di un dato finanziamento. Il cattivo pagatore viene iscritto in un registro informatico che fa capo a una serie di servizi informativi sulla posizione creditizia dei contribuenti.

Tali sistemi sono controllati da due entità. La prima è la Banca d’Italia, che opera tramite l’istituto ad essa affiliato noto come Centrale dei Rischi (o CR); la seconda sono i cosiddetti Sistemi di Informazione Creditizi, i quali svolgono una funzione consimile a quella della Centrale dei Rischi ma in maniera privata o paraprivata. Il loro funzionamento è disciplinato dal “Codice di deontologia e di buona condotta per i sistemi informativi gestiti da soggetti privati in tema di crediti al consumo, affidabilità e puntualità nei pagamenti”, varato nel 2004 e integrato con decreto ministeriale nel 2005. I più noti sono:

  • CERVED;
  • CTC;
  • SIC;
  • EXPERIAN;
  • CRIF.

Ai quali vanno aggiunte altre ex centrali dei rischi di tipo privato, non presenti in questa lista.

Segnalazione come cattivo pagatore: come ci si diventa e cosa comporta

La conseguenza più grave e tangibile dell’essere segnalato come cattivo pagatore è quella di risultare escluso dall’accesso al credito. Non potrà richiedere o aprire, quindi, nuovi muti, prestiti, libretti degli assegni, finanziamenti e carte di credito.

È proprio il Codice di deontologia sopracitato che norma le modalità secondo cui l’istituto può segnalare il cattivo pagatore. Molto dipende dal tipo di contratto che si è firmato al momento della stipula e – come sempre – dal grado di flessibilità mostrato dalla banca (a tal, proposito, consigliamo sempre di informarsi sulle politiche dell’istituto nei confronti dei morosi prima di apporre la firma finale, potrebbe essere un fattore discriminante nello scegliere il miglio prestito per te).

Di base, e al netto di casi eccezionali, la banca segnalerà il cliente quando non paga una determinata rata per più di due mesi o, in alternativa, quando salta il pagamento di due rate. Ovviamente la segnalazione non è automatica. Il cliente verrà informato entro 15 giorni dalla data di iscrizione al registro, ed in quel lasso di tempo potrà regolarizzare la propria posizione. Ma attenzione, l’obbligatorietà dell’avviso vale solo per il primo ritardo: se il cliente dovesse risultare nuovamente inadempiente, a quel punto l’istituto potrà procedere alla segnalazione senza fornire comunicazione alcuna.

Cattivo pagatore: quanto dura l’iscrizione al registro

La buona notizia è che l’iscrizione a qualsivoglia registro dei cattivi pagatori non va vista come una sentenza, poiché questa è a carattere transitorio. Rimane tuttavia immutata l’impossibilità teorica, durante il periodo di iscrizione al registro, di accedere a qualsiasi tipo di finanziamento.

Di seguito, vedremo pertanto le diverse situazioni nelle quali si può incorrere, con annesse le tempistiche di iscrizione al registro previste dal Codice di deontologia, partendo dal presupposto che anche nella più rosea delle ipotesi le richieste di credito saranno visibili sul registro per un periodo di tempo non inferiore ai sei mesi (periodo che, tuttavia, può essere ridotto ad un mese solo ed esclusivamente nel caso di rinuncia ad un finanziamento o rifiuto del medesimo dopo averne firmato l’attivazione).

Il caso più grave è quello delle morosità mai sanate, che comportano l’iscrizione al registro per i 3 anni successivi alla scadenza del naturale contratto. Ad esempio, se si richiede un finanziamento da estinguere in 120 rate e si diventa cattivi pagatori alla 60ma, qualora non si sani la morosità si rimarrà iscritti nel registro per il tempo necessario a estinguere le 60 rate rimanenti (5 anni) ai quali andranno aggiunti 36 mesi ulteriori di non accesso al credito, per un totale di 8 anni senza poter richiedere prestiti. La morale, in poche parole, è la seguente: quale che sia la tua situazione, evita sempre di risultare moroso insolvente.

Nel caso in cui si risulti morosi per più di due rate che tuttavia vengono sanate, infatti, i dati rimangono visibili per 2 anni dalla rata di regolarizzazione, mentre se le rate di morosità sono soltanto due e vengono sanate l’iscrizione perdurerà per soli 12 mesi dalla data di regolarizzazione.

D’inverso, quelle che sono le informazioni positive, ovvero quelle indicanti che il debito è stato risanato, rimangono visibili per 3 anni.

Cancellazione dal registro dei cattivi pagatori e forme alternative di accesso al credito.

Concludiamo questo paragrafo con le modalità di cancellazione e di consultazione dei propri dati. Prima di tutto, va detto che qualsiasi contribuente ha il diritto di accedere ai dati relativi alla propria situazione di cattivo pagatore in qualsiasi momento lo desideri, e che ha la possibilità di far valere i propri diritti nel caso in cui venga segnalato senza giusta causa. Nella seconda circostanza, può addirittura richiedere e ottenere un risarcimento per tutti i danni economici, psicologici e morali che l’istituto ha causato con l’indebita segnalazione al registro dei cattivi pagatori.

Al termine dei periodi previsti dal Codice di deontologia, tutti i dati, siano questi di natura positiva o negativa, vengono cancellati automaticamente.

Infine, una postilla. Nelle righe precedenti abbiamo detto che al cattivo pagatore è preclusa la possibilità di accedere alla più comuni forme di credito per tutto il periodo che risulta iscritto al registro. Questo è vero ma in parte, poiché esistono forme di credito collaterali (per quanto assolutamente legali) a cui alcune categorie di cattivi pagatori possono accedere in qualsiasi momento. Parliamo ad esempio del prestito in delega o della cessione del quinto, sebbene si tratti di soluzioni che difficilmente vengono concesse a cattivi pagatori liberi professionisti, disoccupati o assunti a tempo determinato, mentre avranno più possibilità di ottenerle i pensionati e i lavoratori dipendenti assunti a tempo indeterminato, meglio ancora se statali.

Chi è il protestato

La figura del protestato è in qualche modo simile a quella del cattivo pagatore, e da questa si differenzia per alcune caratteristiche, prima fra tutte quella che il protestato è in genere in una posizione “peggiore” di quella del cattivo pagatore, sebbene anche in questo caso non si tratti di nulla di irreversibile.

Si diventa protestati, quindi, quando ancora una volta non si adempie al pagamento di un debito, ma in questo caso il debito non è contratto a mezzo di prestito, bensì con un assegno, un vaglia o una cambiale (invero, si può diventare protestati anche quando si finisce per non restituire per intero o in parte un prestito o finanziamento, ma questo dipende dal tipo di contratto che si è stipulato con l’istituto erogante).

Così come il cattivo pagatore, anche il protestato viene iscritto ad un apposito registro, che prende il nome di “Registro informatico dei protesti” e che risulta gestito e monitorato dalla Camera di Commercio.

La posizione del protestato, dicevamo sopra, è di base più grave di quella del cattivo pagatore poiché l’iscrizione al registro è preceduta da un sollecito di pagamento emesso dalla figura creditrice che ha la stessa natura giuridica di un decreto ingiuntivo. La forma dell’ingiunzione è quella dell’atto pubblico, e sulla base di questa è possibile rivalersi sul debitore inadempiente tramite il pignoramento di crediti e beni come case, auto e qualsiasi altra cosa sia sufficiente a coprire il valore del denaro prestato e non restituito.

Non è necessario fornire una motivazione o una giustificazione sulle ragioni che hanno portato alla mancanza dell’onere creditizio, ma il debitore ha la possibilità di evitare il protesto nel caso in cui le ragioni del mancato pagamento siano del tutto non imputabili alle sue volontà. In tal caso il debitore può affidarsi al pagamento previa Pubblico Ufficiale, che gli garantirebbe di non essere iscritto al registro.

Diventare protestato: cosa comporta

Anche il fatto di essere iscritto al registro dei protestati, così come avviene per quello dei cattivi pagatori, ha almeno una conseguenza importante sull’accesso al credito da parte del contribuente. Il registro dei protestati è infatti pubblico e consultabile da chiunque eroghi un prestito, un mutuo o un finanziamento.

Banche e finanziarie consultano puntualmente entrambi i registri prima di decidere se accordare un prestito al richiedente, e se il suo nome compare nel database è molto probabile che l’istituto si rifiuterà di accordare il finanziamento.

L’etichetta di “protestato” inoltre, ha spesso risvolti negativi anche sulla normale carriera professionale di singolo individuo. Essendo pubblico, il registro è consultabile non solo dagli istituti di credito ma da chiunque lo desideri, pertanto un libero professionista potrebbe incontrare non pochi problemi a instaurare nuove collaborazioni, così come un lavoratore dipendente alla ricerca di una nuova occupazione potrebbe vedersi preclusa la possibilità di venire assunto.

In ultima analisi, dunque, per quanto possibile è meglio cercare tutte le strade possibili per riuscire a pagare un debito ed evitare di diventare protestati, poiché le conseguenze potrebbero riversarsi non solo sull’ambiente dell’accesso al credito, ma anche in quello lavorativo e – di conseguenza – sociale, familiare e personale.

Il Registro informatico dei protesti: come vi si viene iscritti e come farsi cancellare

A seguito del mancato pagamento di un titolo di credito, la parte lesa può richiedere l’iscrizione del debitore al registro rivolgendosi a un segretario comunale, a un ufficiale giudiziario o – molto più comunemente – a un notaio.

Una volta che il decreto è esecutivo, al protestato viene concesso un certo lasso di tempo per estinguere il debito, ma in questo caso la cifra finale da pagare sarà maggiorata di interessi. Tali interessi sono giustificati nelle spese di gestione della pratica da parte delle figure professionali (come quella del notaio, appunto) chiamate in causa, e verranno incassati dal creditore.

Riassumendo, le tappe per l’iscrizione al registro sono le seguenti:

  • Un debitore non paga un titolo di credito (assegno, vaglia, cambiale o prestito);
  • Il creditore chiede a una figura giuridica predisposta di avviare il protesto;
  • I dati del protestato vengono trasmessi al presidente di tribunale e Camera di Commercio locali. Entro 10 giorni, tali dai verranno inseriti e pubblicati nell’elenco pubblico dei protestati.

La cancellazione dal registro è tuttavia possibile, e può essere ottenuta in due modi.

  • Primo: pagando quanto dovuto (comprese le spese accessorie) entro un anno dalla data di iscrizione al registro. La cancellazione sarà automatica in caso di vaglia e cambiali, mentre se il titolo di credito era un assegno si dovrà richiedere e ottenere dal tribunale il decreto di riabilitazione.
  • Il secondo caso è quello dell’iscrizione per mero errore, ovvero quando questa avviene a seguito di un’iscrizione non legittima. In tal caso basterà contattare Camera di Commercio e tribunale, e la cancellazione dovrebbe essere immediata.

Prestiti per protestati

Nonostante la posizione creditizia relativamente grave, per i protestati non è davvero impossibile ottenere un prestito. Lavoratori a tempo indeterminato (meglio se statali) potranno con buona probabilità ottenere una cessione del quinto, a patto che il datore di lavoro dia il proprio avallo all’apertura della pratica.

Anche lavoratori dipendenti a tempo determinato, liberi professionisti e financo disoccupati, tuttavia, possono tentare la strada dell’accesso al credito facendo ricorso a formule di prestito pensate proprio per chi – di base – non ha le carte in regola per ottenerne uno potendo contare solo sulle proprie forze. Facciamo riferimento ad esempio ai prestiti con garante, nei quali una terza figura con funzione fideiussoria garantisce grazie alla propria posizione creditizia forte di poter coprire l’ammortamento della cifra prestata nel caso in cui il richiedente risulti nuovamente inadempiente.