Trasferimento fondo pensione: modulo, come funziona, costi e tempi

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La crisi economica che stringe nelle proprie spire i lavoratori di tutto il mondo da oramai quasi un decennio, ha spinto risparmiatori e istituti di credito a pensare a nuovi mezzi che garantiscano ad ogni contribuente un futuro quanto più dignitoso possibile, in seno all’obbiettivo collettivo della stabilità economica. Insieme alla miriade di prodotti finanziari […]

La crisi economica che stringe nelle proprie spire i lavoratori di tutto il mondo da oramai quasi un decennio, ha spinto risparmiatori e istituti di credito a pensare a nuovi mezzi che garantiscano ad ogni contribuente un futuro quanto più dignitoso possibile, in seno all’obbiettivo collettivo della stabilità economica.

Insieme alla miriade di prodotti finanziari pensati per chi ha un credito da gestire alla bisogna, recentemente hanno goduto di molta fortuna alcuni pacchetti alternativi, pensati appositamente per chi vuole assicurarsi gli anni della pensione in piena tranquillità. Uno di questi prodotti è il cosiddetto fondo pensione, e in questo articolo vedremo in cosa consiste, quanti tipi ne sono contemplati, e se è possibile trasferirlo da un ente di gestione all’altro.

Fondo pensione: cos’è e quanti tipi ne esistono

Il fondo pensione va visto come una specie di investimento a zero rischi che il lavoratore può decidere di effettuare a priori in vista dell’età pensionabile. Inquadrato nell’ambito della cosiddetta previdenza complementare, viene tecnicamente definito come una somma integrativa che può essere affiancata a quella della normale pensione.

Molto semplicemente, si tratta di riservare periodicamente durante l’età lavorativa del capitale all’età pensionabile, capitale che verrà ritirato una volta andati in pensione in maniera addizionale a quello pensionistico. Tale capitale andrà quindi ad integrare quello previsto dall’Inps durante gli anni del pensionamento, sebbene i due prodotti saranno distinti e separati. Alternativamente (o in aggiunta alla forma del versamento periodico) si può decidere anche di versare parte o l’intero ammontare del TFR al fondo pensione, così da poterlo ottenere mensilmente e per un arco di tempo spalmato, anziché in un’unica soluzione.

Il vantaggio del fondo pensione sta tutto nella sua indipendenza dalla normale pensione Inps: le due erogazioni sono infatti del tutto scisse l’una dall’altra, e questo aspetto si ripercuote tutto su una maggiore libertà di gestione di entrambe. Nonostante l’idea alla base sia simile per entrambi i prodotti, il fondo pensione presenta l’ulteriore doppio vantaggio della non obbligatorietà (è il lavorare che decide in piena autonomia se versare o meno), che in alcuni casi può fare il palio con quello della riscossione anticipata di quanto versato.

Tipi di fondo pensione

Sostanzialmente, esistono tre tipi di fondi pensione, che elenchiamo e descriviamo brevemente in seguito:

  1. Fondi pensione aperti: caratteristica principale di questo tipo di investimento è che qualsiasi tipo di lavoratore può accedervi (da qui l’etichetta “aperto”). Vengono generalmente messi a disposizione da banche o simili istituti di credito, e possono essere sottoscritti singolarmente o collettivamente;
  2. Fondi pensione chiusi: viceversa, i fondi pensione chiusi sono riservati solo ad alcune categorie di lavoratori, oppure ai dipendenti di una stessa azienda. Trattandosi di accordi collettivi, entrano nell’equazione – oltre ai datori di lavoro – anche le sigle sindacali. Il fondo verrà comunque gestito da un istituto bancario, che provvederà all’erogazione del capitale una volta maturati i requisiti minimi;
  3. PIP (Piani Individualistici Personali): questo tipo di piano, come si evince dal nome, è realizzato a seconda dell’esigenze del lavoratore singolo e differisce dagli altri due perché
    1. non può essere aperto collettivamente;
    2. è un fondo di tipo assicurativo.

Per tutti e tre i casi, la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (o Covip) vigila sulla regolare amministrazione delle pratiche e dei capitali, a vantaggio del lavoratore, del datore di lavoro e dell’istituto di credito.

Come trasferire il fondo pensione

Per diverse ragioni, l’investitore può ritrovarsi costretto a trasferire il proprio fondo pensione da un fondo paga ad un altro.

La pratica è assolutamente fattibile, purché si maturino almeno due anni dall’adesione della partecipazione al prodotto. Tuttavia, può verificarsi la circostanza in cui il lavoratore non riesca, per cause di forza maggiore, a rispettare i requisiti minimi di trasferimento (se ad esempio termina il rapporto collaborativo col datore di lavoro): in questi casi speciali, previa i limiti previsti dal contratto di sottoscrizione fondo, è possibile in via eccezionale richiedere comunque un trasferimento.

Costi e tempistiche

Secondo la normativa vigente, non sono previste penali per chi decide di traferire il proprio fondo, e le somme trasferite non sono soggette ad alcun tipo di tassazione. Possono comunque essere applicati dei costi di trasferimento, i quali tuttavia non eccedono le normali spese di marca da bollo o sbrigo pratiche. Si tratta di cifre del tutto irrisorie, che non dovrebbero superare i 30€.

Per andare sul sicuro, basti ricordare che ogni istituto di credito mette a disposizione dei propri clienti un’ampia gamma di documenti informativi da poter consultare in filiale o sul proprio sito web; fra questi non dovrebbe essere impossibile trovare quello relativo ai costi della pratica.

Trattandosi di un’operazione che non coinvolge solo le banche, ma anche istituti terzi, le tempistiche tendono a superare quelle relative al trasferimento di un comune conto corrente: per i fondi pensione i tempi si allungano in maniera considerevole, e possono arrivare a toccare anche i sei mesi.

Modulo

Ogni istituto di credito che gestisce anche fondi pensione dispone di un apposito modulo che il cliente deve compilare per avviare le pratiche di trasferimento, e che porta il nome di modulo di richiesta di trasferimento.

Questo modulo (disponibile anche in PDF) va compilato in tutte le sue parti e consegnato a mano o inviato a mezzo posta presso la sede dell’istituto che gestisce il fondo. In alternativa, può essere inviato via posta elettronica, ma se si sceglie questa opzione è saggio utilizzare un indirizzo di posta certificata PEC.

Contestualmente al modulo di richiesta di trasferimento, il risparmiatore dovrà ottenere la cosiddetta autorizzazione al trasferimento, la quale può essere rilasciata solo dall’ente concedente.

È superfluo sottolineare che prima di effettuare una richiesta di trasferimento è necessario individuare il nuovo fondo nel quale si vuole trasferire il vecchio: entrambi andranno indicati nella richiesta di trasferimento. È indispensabile che questa condizione venga soddisfatta antecedentemente alla compilazione della richiesta, o la medesima non potrà essere esaudita.

Migliori istituti dove trasferire il fondo pensione

Per chi cerca una lista dei migliori istituti dove poter trasferire il proprio fondo pensione, ecco una lista aggiornata al 2020:

  • Generali INA Assitalia
  • Alleanza
  • Poste Italiane con il servizio Poste Vita
  • HDI
  • Fideuram

Per maggiori informazioni

Per avere più informazioni sul trasferimento dei fondi pensione, si può contattare direttamente la COVIP, cioè l’Autorità amministrativa indipendente che vigila sul buon funzionamento del sistema dei fondi pensione.